5 minuti

San Gennaro, il legame unico tra una città e il suo patrono

Una delle tradizioni culturali e religiose più importanti di Napoli è legata a San Gennaro, santo patrono della città.


Il legame tra Napoli e San Gennaro è molto profondo e rappresenta una devozione religiosa la cui importanza si rinnova ogni anno, in particolare nella data del 19 settembre. In quel giorno, infatti, ogni anno si compie, dinanzi ai fedeli, il miracoloso scioglimento del sangue custodito da secoli nel Duomo di Napoli.


Il mistero del miracolo di San Gennaro a Napoli è fisicamente racchiuso in due ampolle poste all'interno di una teca rotonda, provvista di una maniglia che ne facilita lo spostamento. Le reliquie contenenti il ​​sangue del santo patrono della città di Napoli hanno il potere di cambiare consistenza, passando dallo stato solido allo stato liquido e viceversa.


Le date del miracolo di San Gennaro


Il miracolo dello scioglimento del sangue di San Gennaro avviene solitamente tre volte l’anno: il 16 settembre, data in cui San Gennaro, nel 1631, intercedette per porre fine all'eruzione del Vesuvio; il sabato precedente la prima domenica di maggio, quando avviene la traslazione del corpo del santo da Pozzuoli a Napoli; e infine il 19 settembre, giorno del suo martirio e vera e propria festa cittadina. In questa data, infatti, centinaia di fedeli affollano il Duomo di Napoli in un’emozionante attesa collettiva del miracolo.


Il miracolo non è riconosciuto ufficialmente dalla Chiesa ma resta, per il popolo napoletano, un prodigio della massima importanza e dalla sua realizzazione dipende se l'anno sarà buono o cattivo, di fortuna o disgrazia per la città.


Gennaro, un “santo di famiglia”


Il rapporto che i napoletani hanno con San Gennaro è stretto, confidenziale e schietto. Il santo patrono, infatti, è considerato dai napoletani quasi come una persona di famiglia, con cui interloquire o al quale chiedere grazie e favori.

Nell'attesa dell’evento miracoloso al Duomo di Napoli, se il santo tarda a far sciogliere il sangue, i “Parenti di San Gennaro” cominciano a gridare infastiditi, invocandolo e chiamandolo “faccia gialla”, a causa della statua d'oro esposta nella chiesa che conferisce all’immagine l’iconico colore.


Chi era realmente San Gennaro?


Il nome originale del santo patrono era probabilmente Ianuario, e si tratterebbe di un discendente della Gens Ianuaria, famiglia nobile sacra a Giano, il dio dai due volti. Fu fatto martire il 19 settembre del 305 D. C., al culmine delle persecuzioni cristiane volute dall'imperatore Diocleziano. Secondo gli Atti bolognesi, mentre si trovava in carcere per far visita a due fratelli incarcerati, anche lui fu arrestato insieme a Festo e Desiderio, per ordine del giudice Dragonzio. Gennaro fu costretto a confessare la sua fede e fu condannato a morte. Fu decapitato nei pressi della Solfatara di Pozzuoli. Inizialmente la punizione prevista era quella di essere mangiato vivo dagli animali dell'Anfiteatro Flavio, ma la condanna venne modificata in decapitazione dopo che, secondo la tradizione, il santo riuscì a calmare le bestie che avrebbero dovuto divorarlo.


Il sangue sgorgato a causa della decapitazione fu raccolto da Eusebia, che era stata la sua nutrice. In seguito la tradizione vuole che dodici anziane donne continuarono ad alimentare la leggenda del santo, sostenendo di essere imparentate con Eusebia e dando vita ad una tradizione che ha superato i secoli e raggiunto i giorni nostri. Ancora oggi infatti esistono i cosiddetti “Parenti di San Gennaro”, grandi protagonisti delle celebrazioni religiose del 19 settembre.

Il santo fu probabilmente sepolto ad Agnano ma, in seguito, le sue spoglie furono traslate nelle catacombe di Capodimonte, dove è possibile vedere un affresco raffigurante il santo martire tra due candele accese e con un’aureola sul capo. Proprio durante la traslazione del corpo del santo, nel 431 d.C., avvenne, secondo la tradizione, il primo miracoloso scioglimento del sangue. Nel 1497 le reliquie e le ampolle furono trasferite nella cripta sotto il presbiterio del Duomo, dove sono custodite ancora oggi.


Il legame tra un santo e la sua città

Da allora l’affetto profondo che lega i napoletani al proprio patrono non si è mai esaurito. San Gennaro continua a svolgere la sua opera di patrono e protettore della città, e viene invocato dal popolo napoletano soprattutto quando la città si trova ad affrontare imminenti tragedie. Basti pensare al 1944, quando fu invocato per fermare l’eruzione del Vesuvio. Effettivamente la lava che stava per distruggere i paesi dell’area vesuviana rallentò “miracolosamente”.


Il Tesoro di San Gennaro

Il Tesoro di San Gennaro, custodito in una cappella a lui dedicata, è gestito da una delegazione nata nel 1527 e composta da componenti di dodici famiglie rappresentative dell’antica circoscrizione di Napoli. Il Tesoro venne composto attraverso le donazioni di alcune famiglie, dopo un’invocazione al santo protettore. Si tratta di un patrimonio ingente, formatosi nei secoli grazie a donazioni e doni, e che comprende la collana di San Gennaro, realizzata da Michele Dato nel 1679 con oro, argento e gemme, una mitra realizzata da Matteo Treglia nel 1713, in argento dorato e tempestata di diamanti, rubini e smeraldi.

Nel 1931, l’allora Principe di Piemonte Umberto di Savoia e la moglie, Maria José del Belgio, regalarono al santo una pisside in oro, corallo e malachite. La futura “regina di maggio” successivamente donò anche un anello d'oro tempestato di diamanti. A oggi si contano circa duemiladuecento doni raccolti nel corso dei secoli, tutti estremamente preziosi.


Ogni anno, il 19 settembre, il miracolo di San Gennaro a Napoli si ripete in pompa magna e con grande solennità negli spazi maestosi del Duomo di Napoli, a conferma di un legame mistico fortissimo. In quella occasione, il Duomo cittadino si affolla in ogni singolo spazio, in attesa del miracolo. È però un’esperienza che vale la pena vivere, perché intrisa di passione, tradizione e folklore.


Scopri le tante tradizioni di una città dalla storia millenaria come Napoli! Per il tuo soggiorno nella città partenopea scegli le Luxury Suites di Maison San Carlo. La nostra dimora urbana, all’interno della spettacolare Galleria Umberto I, garantisce ai nostri ospiti un soggiorno all’insegna dell’eleganza e del relax.