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Napoli, tra leggenda e mitologia

Una città che, secondo la leggenda, deve la sua nascita a una mitologica sirena, non può che essere il palcoscenico perfetto per storie, tradizioni e miti che ne arricchiscono il fascino da millenni.


Napoli è anche questo: un insieme di leggende che affondano le radici nella fondazione della città e che si sono arricchite sempre di più nel tempo. Sirene, monacielli, spettri, fantasmi e poeti dotati di poteri magici sembrano prendere vita e forma ogni volta che si passeggia per le strade ricche di storia.

Scopriamo le leggende napoletane più caratteristiche e amate.


Partenope, la sirena che ha dato alla luce Napoli


Quello della sirena che si lascia morire nelle azzurre acque del Golfo è il mito fondativo della città di Napoli. Partenope, questo il nome della creatura mitologica, è una delle tre sirene che tenta di incantare, senza riuscirci, Ulisse con il proprio canto. Affranta per non aver raggiunto l’animo dell’eroe omerico attraverso la sua voce melodiosa, si dà la morte schiantandosi sugli scogli e successivamente il suo corpo viene spinto fino all’isolotto di Megaride, dove oggi sorge il Castel dell’Ovo. Dal corpo dissolto nelle acque, prende forma Partenope, primo nucleo della futura Neapolis, fondata nel 475 a.c. . Da qui nasce l’appellativo “partenopei” con cui i napoletani amano ancora oggi orgogliosamente definirsi. Ma Partenope morì davvero? Secondo la fervida fantasia di Matilde Serao, no: la sirena vive ancora e vivrà per sempre, volando soave e benigna tra i suoi concittadini, ancora per tutti i millenni a venire, come emblema dell’animo e dello spirito peculiare di questa città unica.


Lo spirito benigno della Bella ‘Mbriana e quello dispettoso del Munaciello


Dal mito al folklore. A Napoli è ancora molto viva la leggenda della Bella ‘Mbriana. Ma chi è e di cosa si tratta? La Bella ‘Mbriana è uno spirito benigno, vive nelle case dei napoletani e si contrappone al Munaciello, spirito dispettoso e malevolo, proteggendo case e famiglie. Nessuno sa come sia fatta: la Bella ‘Mbriana è sfuggente, appare solo durante le ore più luminose della giornata e, appena qualcuno riesce fortunosamente a vederla, lei si trasforma in un geco, animale portafortuna delle case. Il personaggio della Bella ‘Mbriana nasce dalla leggenda di una principessa che, una volta perso il suo grande amore, cominciò a vagare senza meta per la città. Suo padre il re, impietosito, chiese ai sudditi di accoglierla, ecco perché la Bella 'Mbriana è considerata lo spirito protettore del focolare domestico.


Altro discorso per la leggenda del Munaciello. Dispettoso, irascibile e imprevedibile, è il perfetto contraltare della Bella ‘Mbriana. Il Munaciello in realtà, capriccioso com’è, può portare anche fortuna, a seconda del suo umore. Di aspetto orrendo, che nasconde sotto un saio da monaco, questo spirito bizzarro è realmente esistito, secondo Matilde Serao. Si tratterebbe del figlio deforme di Caterinella Frezza, una nobildonna che, sfidando la famiglia, si innamorò di un povero garzone di bottega e, punita dal destino per aver disobbedito all’autorità paterna, generò un figlio deforme. I napoletani attribuiscono al Munaciello improvvise sparizioni di oggetti dalle case, ma anche l’inatteso ritrovamento di denaro.


L’uovo magico di Virgilio, nasce Castel dell’Ovo


Svetta sul Lungomare di Napoli austero e imponente. Il Castel dell’Ovo deve però la sua fondazione a una delle più antiche leggende su Napoli, legata al poeta Virgilio e a un uovo magico. Nel Medioevo, il poeta mantovano era infatti considerato dotato di poteri soprannaturali e, secondo la leggenda, una volta a Napoli avrebbe nascosto un uovo magico nelle segrete del castello per far sì che non crollasse mai. Qualora l’uovo si fosse rotto, infatti, sarebbe crollato il castello e con esso tutta la città. Dove sia precisamente l’uovo nessuno lo sa. Probabilmente, si racconta, è posizionato in un recipiente d’acqua in una gabbia di ferro appesa ad una trave di quercia in una stanza dei sotterranei del castello. La leggenda tuttavia è così fortemente radicata che, nel XVI secolo, dopo un crollo dell’arco, si diffuse la diceria che l’uovo si fosse rotto scatenando il panico nella popolazione. La Regina Giovanna allora si affrettò a comunicare, sotto giuramento, che aveva provveduto a far sostituire l’uovo. Napoli era sana e salva!


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